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Visita a Villa Falconieri: luogo di bellezza e cultura

Visita a Villa Falconieri: luogo di bellezza e cultura

12 marzo 2023 – Frascati

Si è svolta con ottimo successo di partecipazione e gradimento la visita gratuita a Villa Falconieri, la più antica delle 12 ville tuscolane, aperta solo di domenica quando sono ferme le attività di studio e formazione dell’Accademia Vivarium Novum.

Edificata nel ‘500 sul sito di un’antica villa romana per volere del Vescovo di Melfi Alessandro Rufini, fu restaurata ed ampliata da Francesco Borromini insieme ad altri, a partire dal 1628 quando fu acquistata da Orazio Falconieri.

Da allora, la villa non è stata solo un magnifico monumento d’arte ma anche un centro di creazione e divulgazione culturale. 

Gli affreschi della villa sono stati eseguiti dagli artisti dell’epoca che operavano a Roma: Pier Leone Ghezzi, Giacinto Calandrucci, Ciro Ferri, Nicolò Berrettoni, Francesco Grimaldi e altri, oltre a decorazioni pittoriche del XVI sec., attribuibili a Luzio Luzi e a Piero Bonaccorsi, detto Perin del Vaga.

I Falconieri dotarono la villa anche d’una ricca biblioteca che era una attrattiva per gli studiosi e avrebbe favorito gli incontri d’intellettuali svolti nei secoli, inclusi quelli che si riunivano intorno alla regina Cristina di Svezia.

Dopo aver promosso incontri letterari, manifestazioni musicali, spettacoli teatrali, dal 1656, i Falconieri istituirono venti borse di studio annuali per giovani “capaci, bisognosi e di buoni costumi, ma anche di nobili natali, purché capaci che veramente dessero “opera agli studi”. Dove l’uso insistito del termine capaci indica l’interesse prevalente a favorire coloro che avevano volontà e capacità di apprendimento.

Il destino di questa villa così legata agli studi, alla bellezza ed all’eccellenza prosegue anche dopo la sua vendita. Infatti, dopo  il breve periodo tra il 1898 e il 1905, in cui la villa ospitò i frati trappisti dell’Abbazia delle Tre Fontane (che arrecarono non pochi danni agli affreschi, ritenendoli poco consoni a un ambiente monastico), nel 1907 la villa fu acquistata dal barone tedesco Ernest MendelssohnBartholdy (nipote del compositore) che la donò all’imperatore Guglielmo II; questi la visitò nel 1911 e decise di destinarla a sede d’una scuola tedesca di belle arti e lettere (affidata all’Istituto Germanico di Roma) che gareggiasse con l’Accademia francese di villa Medici. Per rendere più confortevole il soggiorno degli intellettuali che vi erano ospitati ogni anno da aprile a novembre, furono eseguiti lavori di ristrutturazione nella “casetta rossa”, edificio di due piani costruito nel 1907.

Foto di Eleonora Locuratolo

Oltre allo scrittore tedesco Richard Voss che vi scrisse alcuni dei suoi romanzi, frequentarono la villa, il pittore Philipp Hackert, ed altre personalità della cultura.

Dopo la prima guerra mondiale la villa fu confiscata dallo Stato. Negli anni successivi, ha ospitato un susseguirsi di istituzioni governative: Istituto Internazionale di Cinematografia educativa; Istituto Nazionale per le Relazioni con l’Estero (INRE); comando militare tedesco durante la 2^ Guerra Mondiale.

Gravemente danneggiata dai bombardamenti, dai saccheggi e dall’abbandono, la villa fu restaurata prima nel 1956-1958 e poi nel periodo 1983 al 1996, riprendendo in seguito la sua storica vocazione. Infatti, ha ospitato nel periodo 1983-1996 il Centro Europeo dell’Educazione; dal 2000 al 2015 è stata sede dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI) e nel 2016 è stata affidata all’Accademia Vivarium Novum, una straordinaria ed inusuale istituzione che ripropone nella contemporaneità la impostazione originaria di essere un luogo di cultura internazionale.

L’Accademia Vivarium Novum è un’istituzione volta allo studio, all’insegnamento e alla promozione delle lingue classiche nata per volontà del prof Miraglia, figlio del medico condotto di Procida, che dopo un’esperienza di meditazione e studio a Vivara (penisoletta di Procida) si è appassionato al greco ed al latino e, dopo aver coinvolto altri studiosi, ha dato vita all’Accademia.

L’Accademia V.N. è un centro di studio conosciuto anche all’estero, frequentato da un massimo di 40 studenti dai 16 ai 25 anni studenti accomunati dalla passione per le lingue antiche, titolari di borse di studio. Sono studi non finalizzati ad un corso di laurea, che ciascuno degli allievi se interessato, dovrà prenderà altrove.

L’anno accademico (da ottobre al giugno successivo) è quindi un tempo di studio di pura passione, nel corso del quale si comunica di solito in latino e, occasionalmente, in greco antico, come si può vedere anche osservando alcuni video sul sito dell’Accademia. Una esperienza interessante ed emozionante che si prova vedendo ed ascoltando studenti provenienti da tutto il mondo che parlano fra loro in latino e suonano musiche di accompagnamento alle liriche di Catullo.

Ogni domenica l’Accademia apre al pubblico la sua sede con visite guidate gratuite tenute dagli studenti e questo aggiunge interesse all’esperienza, in cui alla bellezza della Villa si unisce la scoperta dell’Accademia e degli Studenti. Una dimensione di studio e di vita che, concettualmente, sembrerebbe appartenere ad un’altra dimensione mentre i giovani protagonisti che vengono da tutti i continenti sono invece simili a milioni di giovani che costruiscono il futuro della nostra contemporaneità senza alcun timore verso le novità. Assolutamente non prigionieri del passato ma, se mai, fortificati dal meglio delle passate magnificenze, che essi conoscono meglio di altri.

Tra i tre studenti di turno per le visite di domenica 12/3, per fortunata coincidenza i nostri partecipanti hanno incontrato Savino Pallottino di Lavello (Pz) che oltre a motivare e comunicare il proprio entusiasmo per la unicità dell’esperienza, ha testimoniato confermato anche l’appassionato interesse di studenti provenienti dagli altri continenti.

Insomma una Villa che ha non solo una bellezza estetica ed i fasti di una vita fissati un tempo remoto ma anche un luogo che è riuscito a proseguire nel secoli una azione di divulgazione culturale, quasi senza soluzione di continuità.

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