Sabato 30 gennaio – videoconferenza ore 18,00
Solitamente, il primo incontro dell’anno è stato caratterizzato dal tesseramento, dal piacere di ritrovarsi nel nuovo anno e dalla musica che ha creato l’atmosfera per una piacevole convivialità. In questo inizio di 2021, però, la pandemia ha interrotto la consuetudine ma, pur nell’inedito formato degli incontri a distanza, il programma ha riproposto in continuità col passato sia la musica che temi nuovi ed interessanti.
In apertura di incontro, due artisti appassionati ricercatori e studiosi di musica popolare. Daniela Ippolito, la bravissima, colta e trascinante arpista lucana nata a San Mauro Forte (residente a Matera) che ha raccontato come ha rielaborato con l’arpa alcuni brani legati alle celebrazioni del Santo Protettore e alle tradizioni del carnevale. Uno strumento da cui Daniela estrae sonorità che sembrano quelle di un’intera orchestra.
Sergio Santalucia, storico della musica popolare e polistrumentista, ha invece trattato di musica della tradizione lucana.
Successivamente è stato presentato il tema centrale della serata: gli eventi di gennaio a San Mauro Forte, il paese dei “Campanacci” che a metà gennaio suonano fragorosi spezzando la quiete del borgo, in occasione di uno dei più importanti carnevali in Basilicata.
La nostra Associazione ha manifestato sempre grande attenzione verso le tradizioni lucane tenute vive nei borghi malgrado il dramma dello spopolamento. Si tratta di riti che hanno una grande rilevanza socio-culturale per le singole comunità e che, per la loro grande ricchezza e varietà, rappresentano un unicum nel panorama internazionale, di straordinario interesse per i lucani altrove e non solo! Per questo, da tempo, presentiamo i diversi carnevali lucani con singoli incontri dedicati e allestendo una maschera all’anno che va ad arricchire una piccola ma bellissima mostra permanente.
A questo n/s primo incontro del 2021, il cui programma è stato definito insieme al Presidente della Pro Loco Francesco Laguardia ed al Vice Presidente Antonio Deufemia, hanno preso parte il Sindaco Francesco Diluca, l’Assessore alla Cultura Angelo Tricarico, il responsabile del Museo delle Tradizioni e del Territorio-MTT Giancarlo Mita, che hanno integrato in modo significativo le informazioni già in nostro possesso su San Mauro Forte.
San Mauro Forte (MT), 1.420 ab.,540 metri s.l.m., è uno dei comuni lucani che fa parte dei Borghi Autentici d’Italia, la rete fra territori dove protagoniste sono le persone e le comunità che decidono di non arrendersi di fronte al declino e ai problemi ma che scelgono di mettere in gioco le proprie risorse per creare nuove opportunità di crescita: realtà che appartengono a quell’Italia che ce la vuole fare.
Collocato in un territorio con ulivi millenari, il paese sorge su una collina nei pressi del torrente Salandrella, non molto distante dal Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane; ospita resti di architetture normanne ed alcune chiese con opere sacre di gran pregio ed è uno dei otto comuni lucani in cui la tradizione carnavalesca tocca momenti di alta spettacolarità.
Per conoscere queste ed altre cose, abbiamo rivolto domande ai nostri ospiti che hanno descritto lo svolgimento dell’evento e spiegato il significato profondo dell’antichissimo rito de “La Sagra del Campanaccio” che coincide con la festa di Sant’Antonio Abate (protettore degli animali); una manifestazione di tre giorni molto sentita sia dai cittadini sia da coloro che vivono fuori e ritornano per queste festività.
Alcuni di loro non ritornano solo come spettatori ma come componenti delle squadre di scampanatori che animano la festa sfilando lungo gli itinerari della tradizione avvolti in mantelli a ruota e con in mano i grandi campanacci “maschi” e “femmine”, simboli di fecondità. I campanacci, che hanno anche una funzione scaramantica e propiziatoria (scongiurare il male e favorire il buon raccolto della terra) un tempo erano realizzati esclusivamente da artigiani del posto; ora invece sono costruiti altrove. Restano però oggetti di pregio e, soprattutto i campanacci da 10kg (lo “scasatore”), hanno un valore economico non trascurabile, oltre che simbolico.
Portarli è sicuramente faticoso ma è anche un privilegio che aiuta ad affrontare la fatica del lungo percorso che inizia con tre giri rituali intorno alla chiesa del Santo e poi si snoda lungo le strade del paese fino a tarda sera. Quando i rumori si attutiscono i figuranti, affaticati ma orgogliosi, sostano nelle cantine e nei punti di ristoro allestiti in paese per degustare vino, salsicce fresche e altri prodotti derivanti dall’uccisione del maiale, tradizione che a San Mauro Forte ed in altri paesi lucani si intreccia con i festeggiamenti del Carnevale.
Al simposio si uniscono tutti, anche chi non ha sfilato e i visitatori che beneficiano così della tradizionale ospitalità lucana. Un epilogo che le persone in collegamento hanno ascoltato con particolare interesse, nella speranza che ritorni al più presto la possibilità di poter riprendere i viaggi e vivere esperienze suggestive come la Sagra dei Campanacci, evento imperdibile per gli aspetti antropologici, culturali, religiosi, musicali, enogastronomici.
La valorizzazione dell’evento si giova anche dell’appartenenza alla rete dei Carnevali Lucani costituita tra 7 comuni con le maschere più significative che con la loro grande diversità sono uno dei più rilevanti patrimoni antropologici a livello internazionale.
Nei tre giorni della sagra ha uno spazio rilevante anche la cultura con il Premio Torre Normanna istituito dalla Pro Loco per dare riconoscimenti a figure della società lucana che si sono significativamente distinte nella loro professione e/o nel sociale.
Oltre alla sagra, a San Mauro Forte ci sono molte e significative testimonianze di una storia non marginale, come si può leggere nella documentazione disponibile sul sito di Basilicata Turistica.
Un patrimonio di bellezze architettoniche, memorie e tradizioni che hanno anche un valore per l’economia locale ma che vanno integrate da altre fonti di reddito e di soddisfazione esistenziale per le persone in età di lavoro. Combinate, l’economia della bellezza e quella dei beni di consumo potrebbero ridurre l’emigrazione, lo spopolamento e la disgregazione sociale.
Si tratta di potenzialità e di criticità presenti in tutti i borghi che, come ha ricordato il Presidente Filippo Martino, sono al centro delle iniziative dell’Associazione. Perciò, tutti hanno ascoltato con molto interesse e piacere notizie su attività imprenditoriali avviate da giovani nel campo dell’AGRICOLTURA NON TRADIZIONALE, tema economico all’attenzione della nostra Associazione.
Nel campo dell’agricoltura tradizionale, San Mauro Forte ha sempre avuto significative attività nelle produzioni cerealicole, dei salumi e formaggi e di una vera “eccellenza” nella produzione olearia, che consente alla comunità di fregiarsi del simbolo delle Città dell’Olio.
Le novità apprese nel corso della serata hanno riguardato invece altre produzioni agricole di nicchia che, anno dopo anno, si stanno estendendo nel territorio lucano per un effetto imitativo sostenuto da alcuni elementi: la Basilicata ha una grande biodiversità e larghissimi spazi poco antropizzati ricchi di specie vegetali/animali assai richieste nella gastronomia e nella cosmetica (elicicoltura) e in medicina (come abbiamo già visto in altri nostri incontri).
Queste tre produzioni agricole di nicchia, fino a qualche anno fa del tutto inedite in Basilicata, sono diventate altrettante attività imprenditoriali a San Mauro Forte grazie ai giovani:
- Coltivazione del Pistacchio Lucano. San Mauro Forte si aggiunge a Stigliano come centro lucano di eccellenza con una produzione in terreni in cui erano prevalenti cereali ed uliveti. Tra le imprese, si segnalata sul web come importante operatore l’Azienda Agricola Serrealte.
Nata nel 2003, dopo 3 anni di coltivazione di cereali, nel 2006 l’azienda Serrealte avvia la riconversione che punta sul pistacchio come produzione principale aumentando il numero di piante fino a circa 3.000 su 11 ettari di terreno. Dal 2015, è un’azienda certificata nel “Registro delle Eccellenze Italiane”. - Coltivazione delle lumache (elicicoltura). E’ un settore di attività di cui l’Associazione si è occupata nel recente passato parlando di imprenditoria giovanile nel lagonegrese. Oltre che nella gastronomia, l’allevamento delle lumache è di crescente interesse per la cosmetica perché le proprietà della bava di lumaca sono molteplici: contrasta l’invecchiamento cutaneo, cura l’acne, riduce e previene le smagliature, ecc. Azienda segnalata sul web Azienda Elicicola Savino, anche questa creata da giovani.
- Tartufo Lucano. Nonostante sia meno conosciuta rispetto ad altre regioni italiane, la Basilicata è terra di tartufi di grandissima qualità. Un dato avallato da ricerche scientifiche – come quelle condotte dall’Alsia (Agenzia Lucana Sviluppo e Innovazione in Agricoltura) ed altre istituzioni scientifiche.
La scarsa conoscenza della Basilicata come Terra di Tartufi è forse dovuta all’assenza di una una diffusa tradizione gastronomica del tartufo, ma ciò non impedisce in futuro che essa possa rappresentare una risorsa per l’economia e la conoscenza delle zone montane. Nelle aree interne, sia collinari che montane, si trovano abbondantemente il tartufo chiamato scorzone estivo, il bianchetto e quello invernale, mentre nelle zone più umide non è difficile trovare il tartufo bianco pregiato.
In questa prospettiva, altri giovani imprenditori sanmauresi dell’azienda Viggiani Tartufi hanno avviato un’attività nel settore nella produzione, trasformazione e distribuzione di tartufi freschi provenienti dal varie zone verdi della Basilicata e in particolare di quelle nel paesaggio collinare fra le Dolomiti Lucane e l’Appennino.
Un mondo produttivo innovativo non tradizionale che i giovani animatori ed operatori sociali della Pro loco e dell’MTT fanno conoscere mediante iniziative e visite strutturate che potrebbero da sole rappresentare un motivo per andare a San Mauro Forte.
L’ultima parte della serata è stata conclusa da una nuova iniziativa: la presentazione di un piatto tipico espressione non solo di sapienza culinaria ma anche dell’uso e valorizzazione di prodotti del territorio (farine da grani locali, polvere di peperoni di Senise, ecc.), essenze come il rafano (tartufo dei poveri) che trasforma la comune frittata nella rafanta, un piatto del carnevale lucano in una eccellenza assoluta.
Celeste Pansardi con l’aiuto di alcune immagini ha presentato due pietanze della cucina lucana legate al carnevale che utilizzano questi ingredienti, indicando provenienza, preparazione, caratteristiche di gusto e fornendone la ricetta. Un modo leggero per legare insieme in ottica di sviluppo: prodotti agricoli, tradizioni enogastronomiche, identità locale.
Un video incontro molto articolato e partecipato sulla piattaforma ZOOM.