PREMESSA E CONTESTO
L’iniziativa congiunta tra la Fondazione VOS e l’associazione Nemus Olim sulla evocazione storico-culturale e documentale delle erbe in Basilicata, è stata l’occasione per conoscere la struttura ed i protagonisti che animano le attività legate alle erbe officinali del Conservatorio di Etnobotanica (Etnobotanica.castellucciosup@gmail.com). E’ un centro di ricerca e documentazione per lo studio della Botanica applicata ed il primo Conservatorio Italiano di Etnobotanica nato a Castelluccio Superiore meno di un anno fa (11/11/2021) che ha come finalità, oltre alla conservazione e catalogazione, la ricerca e lo studio delle piante e dei semi e di tutta la flora del Parco Nazionale del Pollino (patrimonio UNESCO) per poi estenderla a tutta l’area del Mediterraneo.
Il Conservatorio nasce per iniziativa della Fondazione VOS, e punta a svilupparsi ricercando le necessarie sinergie con enti, università, scuole, imprese ed organizzazioni territoriali. Saranno direttamente coinvolte il Parco Nazionale del Pollino, l’Amministrazione Regionale Basilicata e Provinciale di Potenza, l’Amministrazione Comunale di Castelluccio Superiore e della Valle del Mercure, l’A.L.S.I.A, ed altri organismi della Società Civile che vorranno agire in sinergia.
In tempi in cui si promette tanto e si realizza poco, è stato bellissimo e confortante scoprire prima dell’incontro esistenza e funzionamento in Basilicata di un centro di ricerca e documentazione di botanica applicata e di etnobotanica (lo studio dei rapporti uomo-pianta che nei millenni ha permesso la sopravvivenza e lo sviluppo delle civiltà) che ha la finalità di conservare il sapere antico da cui trarre spunti per miglioramenti ed innovazioni future.
Il Conservatorio di Etnobotaica, è in un bell’edificio del centro storico di Castelluccio S., dai tenui colori provenzali con interni restaurati per ospitare postazioni didattiche ed ambienti in cui studiosi delle università, esperti, studenti e curiosi trovano catalogato e visibile materiali naturali nella Xiloteca (campioni delle specie arboree della zona), spermoteca (semi), aromatoteca (vasi con erbe officinali da odorare), la gemmoteca, la raccolta di essenze, la biblioteca, ecc. che consentono di rendere particolarmente importante l’esperienza di visita.
La struttura rappresenta una ulteriore conferma dell’impegno del Gruppo VOS verso il territorio di Castelluccio, luogo di origine della famiglia Salamone che, dopo l’avvio nel 1994 di un laboratorio per la formulazione/produzione di estratti e alimenti nutraceutici, ha messo poi in esercizio lo stabilimento in località Galdo di Lauria (Pz), di recente ampliato ed ora sta assumendo una dimensione internazionale con l’aggiunta di altre aziende operanti nel settore dei prodotti e servizi dedicati al benessere e alla cura della persona mediante l’uso di materie prime naturali, certificate e controllate. Qualche anno fa, l’Associazione dei Lucani a Roma, organizzò un incontro di presentazione nella sua sede di Via Nizza e poi raccolse per i follower sul web altri dati nel corso di una visita allo stabilimento di Lauria. Ci parve un’azienda dinamica ma l’incontro di Castelluccio ci ha indicato che la sua velocità di crescita ha superato le nostre previsioni.
La presenza di questo centro del sapere legittima con ancora maggior fondamento l’aspirazione di Castelluccio Superiore al riconoscimento di città delle erbe perché esso si aggiunge ad altre bellezze e peculiarità: lo splendido paesaggio della Valle del Mercure; la presenza storica ed il ripristino delle Misule, terrazzamenti posti in pieno centro storio in cui i monaci Basilicani e poi i castelluccesi coltivavano legumi, ortaggi e piante officinali. Per tutto questo, Castelluccio S. ambisce, in competizione con altri paesi europei (come si dirà in chiusura di nota), a valorizzare turisticamente queste qualità.
Per venire alla contemporaneità ed al futuro del settore, ecco qualche dato per l’Italia: «Il settore delle erbe è in espansione in tutto il mondo. In Italia sono coltivate su una superficie di circa 7.300 ettari da 500 imprese che producono circa 4.000 tonnellate di piante officinali e 350 tonnellate di oli essenziali, in gran parte di agrumi (bergamotto). Il valore della produzione è stimato intorno a 235 milioni euro, riferito alla sola materia prima di trasformazione. L’Italia importa 40.000 tonnellate fra piante officinali e derivati e ne esporta circa 26.000 tonnellate. Il resto è consumato in Italia, distribuito da 4.000 erboristerie e migliaia di farmacie.»
In Basilicata ha subito un forte incremento in termini di aziende, di superfici e di specie coltivate, grazie all’impulso dato dall’Agenzia Regionale ALSIA, attraverso i bandi per i campi dimostrativi di svariate specie, l’assistenza tecnica, l’animazione territoriale e, soprattutto, alla nascita nell’area sud della Basilicata di una vera e propria microfiliera di una cinquantina di piccole aziende che conferiscono la produzione (in un’area complessiva di 50 ettari) alla società EVRA (Estratti Vegetali Ricerca Applicata), azienda di produzione di integratori alimentari del Gruppo VOS.
Tra le iniziative avviate nel territorio di Castelluccio dalla fondazione FOS per rafforzare il legame tra attività produttiva e operatori culturali nel territorio, si colloca questo evento del 3 settembre 2022. Risultato particolarmente adeguato al luogo in cui si è temuto sia per le finalità ed i contenuti del libro libro di Celeste Pansardi: “Il Giardino segreto delle erbe: piccoli affreschi di Cucina Lucana e molto altro“.
Saluti ed interventi si sono svolti secondo la sequenza indicata nel manifesto e, grazie all’impeccabile coordinamento di Francesco Belsito, il complesso programma di lavoro (saluti, dichiarazioni, letture, video ed immagini, presentazione di costumi tipici) è risultato scorrevole ed interessante.
ELENCO E BREVI CENNI DEI TEMI
Saluti e considerazioni istituzionali da parte del Sindaco di Castelluccio Superiore Giovanni Ruggiero e poi dal collega di Castelluccio Inferiore, Francesco Paolo Campanella. Entrambi hanno espresso consapevolezza degli sforzi necessari per valorizzare le specificità ma anche riconosciuta la necessità di cercare sinergia tra Amministrazioni comunali, con esponenti della società civile come Nemus Olim, Associazione dei Lucani a Roma ed altri operatori socio-culturali.
Dichiarazioni di intenti da parte di esponenti di VOS e Nemus Olim.
Per VOS, il Direttore di Evra Egidio Salamone, oltre a ricordare le finalità del Conservatorio citate all’inizio di questa nota, ha citato la crescente rilevanza per la didattica universitaria e scolastica della struttura oltre al suo enorme contributo di immagine verso clienti e fornitori di EVRA. Colpiti da un paesaggio di inattesa bellezza (spesso, non ben fotografato…) e dal trovare a Castelluccio una struttura scientifica di grade rilevanza, animata dalla passione del Direttore Carmine Lupia e da tutto il personale.
Di Nemus Olim, presieduta da Celeste Pansardi (componente del Direttivo dell’Associazione dei Lucani a Roma) sono state indicate le finalità principali: valorizzazione delle tradizioni lucane e le attività di coloro che operano nel/per il territorio confrontandosi con la contemporaneità. La sua peculiare rilevanza per il territorio è data dalla sua composizione: lucani che vivono in Basilicata ma anche altrove, soprattutto a Roma. La integrazione di percezione della realtà da prospettive ed esperienze diverse potrebbe essere utile per chi deve cercare soluzione a problemi complessi in Basilicata.
Testimonianze sul rapporto virtuoso con Scuola da parte del Direttore Didattico Nicola Pongitore e dalla presenza all’incontro di docenti e di alcuni allievi coinvolti in fasi dell’incontro. Il forte e sentito coinvolgimento della Scuola è testimoniato per es. dalla produzione in forma sperimentale di un integratore alimentare. Una scuola attiva produce benefici, ha sottolineato Lupia, aiuta la salvaguardia del patrimonio naturale e può contribuire a trasformare la marginalità economica dei luoghi in protagonisti di sviluppo.
Il libro di Celeste Pansardi. Il testo Giardino segreto delle erbe. Piccoli affreschi di cucina lucana e molto altro è l’ultimo di una serie di pubblicazioni, dalla narrativa al saggio storico, basati in massima parte su archivi familiari di riconosciuto valore storiografico. Oltre al complessivo valore editoriale di opera snella, rigorosa, esteticamente gradevole e perfino accattivante, ieri sera il libro è risultato particolarmente in accordo con il luogo e la sede dell’incontro. Il richiamo alle varie fasi di coltivazione delle erbe da parte dei monaci Basiliani (attivi nella valle del Mecure oltre che in altri luoghi del SUD) è servito a ricordare il valore attuale del loro lavoro basato su ricerca, osservazione, sperimentazione, documentazione. Caratteristica di una ricerca che nel campo delle piante sta avendo in questi anni un nuovo impulso anche a causa del ruolo di contrasto al riscaldamento globale che esse dovranno svolgere!
Presentazioni ricette ed esperienze. Per gli aspetti del rapporto tra erbe e cucina lucana, sono state lette e commentate alcune ricette contenute nel libro della Pansardi da parte di Anna Maria Papaleo (presente a sorpresa) e di alcuni allievi dell’Istituto Alberghiero e LP.S.A.S.R. di Lagonegro. In video anche la esecuzione di due piatti della tradizione lucana da parte del giovanissimo chef Giovanni.
Verde, vivibilità, sviluppo economico. Gli studi sulle piante (la cui presenza precede la comparsa dell’uomo sul pianeta Terra) stanno conoscendo nuovo impulso in varie direzioni, inclusi quelli di neurobiologia vegetale che attribuiscono capacità da esseri intelligenti! Ma a parte queste evoluzioni conoscitive (da prendere sul serio perché molto interessanti e positive), è certo che esse hanno funzioni benefiche per l’ambiente, la salute ed il benessere, l’alimentazione e sono sempre più ricercate per la loro bellezza. Per questo, il presidente dell’Associazione dei Lucani a Roma, Filippo Martino, ha segnalato che sempre più spesso i produttori di erbe e operatori turistici propongono viaggi verso luoghi delle fioriture (della lavanda, delle orchidee selvatiche, ecc.) e la visita a musei che uniscono informazione ed attrattività estetica, frequentati soprattutto da turisti con alta capacità di spesa. Di veramente attrattivi non ce ne sono molti, tra questi: Il Labirinto a Fontanellato vicino Parma, realizzato da Franco Maria Ricci con un bosco di bambù e, nelle vicinanze, a Parma, il centro espositivo ed erbario Davines; a San Sepolcro-AR (Aboca Museum), in Basilicata il museo aperto da poco a Pisticci Scalo, Essenza Lucano.
Nella capitale mondiale delle erbe per profumi, a Grasse (Francia), il MIP (Musèe International de la Parfumerie) e il museo delle Partumerie Fragonard.
Per viaggiare alla ricerca delle piante c’è una iniziativa europea: Mappae: seguire il profumo di 20 erbe aromatiche per viaggiare in Europa. Il progetto nato dal bando Cosme dell’Unione europea e designato con l’acronimo Medicinal and aromatic plants pathways across Europe (itinerari sulle piante aromatiche e medicinali attraverso l’Europa), propone 12 esperienze – 2 per stato – in Italia, Francia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Malta e Cipro.
Gli itinerari in Italia, tra profumi e culture persistenti e resistenti sono in Piemonte: la menta di Pancalieri (To) e gli spettacolari campi di lavanda, camomilla ed elicriso di Sale San Giovanni (Cn). In Liguria invece il percorso è incentrato sui sapori: il basilico del pesto genovese insieme a capperi, timo e rosmarino.
NOTA CONCLUSIVA
Insomma un mondo in movimento, con opportunità per tutti ma che daranno risultati e sviluppo solo a coloro che si muoveranno più velocemente.