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LA MAGIA DELLA CARTAPESTA

LA MAGIA DELLA CARTAPESTA

15 giugno 2023, ore 19 – Via Nizza 56 – Roma

L’incontro programmato con Raffaele Pentasuglia del 15 giugno, nell’ambito del programma “Conoscere la Basilicata”, che prevede una serie di eventi con personaggi della nostra regione che spiccano per l’eccellenza dei loro risultati in campo artistico, enogastronomico, imprenditoriale, dell’artigianato, insomma tutto quanto è cultura diffusa, si è svolto in via Nizza con un grandissimo successo di pubblico, che ha riempito la sala dell’evento.

La magia della cartapesta, il nome attribuito all’incontro, ha rispettato in pieno la sua fascinazione, poiché il racconto che Raffaele Pentasuglia, il multiforme artigiano artista- scultore ne ha fatto, noto per il Carro della Festa della Bruna, ha permesso di penetrare nei meandri della sua creazione, della sua lunga preparazione, dell’interpretazione del tema assegnato, della divisione dei compiti che lo sostiene, delle emozioni legate alla sua uscita nelle strade della città per la Festa.

Erede di una lunga e illustre tradizione familiare che si identifica con la città di Matera e le sue botteghe artistiche di tradizione, che conservano per generazioni le attività d’arte – come spesso per fortuna ancora accade nel nostro Paese – Pentasuglia ha lavorato al Carro Trionfale per la Festa della Bruna nel 2018 e nel 2019, l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, ha collaborato alla realizzazione del Carro del 2016.

La proiezione di alcuni video ha consentito alla platea di immergersi subito nell’atmosfera unica di questa Festa, sintesi perfetta di sacro, arte e profano che coinvolge chi crede, chi non crede e che consente di stare tutti insieme e di alimentarsi dell’energia che il Carro emana e regala indistintamente a chiunque vi partecipi.

Intervistato dalla presidente Eleonora Locuratolo, e con l’aiuto di video e di fotografie, il Maestro Pentasuglia ha narrato la genesi della creazione del Carro della Festa. Anzitutto, dopo l’assegnazione del bando che attribuisce la fattura dell’opera, occorre concentrarsi sul tema, che non è libero ma assegnato dalla Curia; la sua definizione più precisa è che deve essere catechesi in movimento.

Il maestro cartapestaio e la sua squadra possono dunque iniziare, e destinano così almeno due mesi allo studio e alla ricerca delle rispondenze con il tema, alla riflessione su come esprimerlo in strutture che siano anche facilmente riconoscibili da tutti, dunque con forme e lineamenti caratteristici, che siano legati alle tradizioni culturali e popolari che li rendono individuabili, anche se i linguaggi cambiano, sia pure impercettibilmente, nel tempo, e un bravo cartapestaio non può ignorarlo.

Un lavoro certosino e minuzioso, che prosegue poi, assestatasi la scelta, sulla cura estetica, che deve essere altrettanto accurata, ed è proprio questo che distingue la mano dei veri “maestri”.

I maestri cartapestai non usano però la sola cartapesta: la struttura portante deve essere in robusto legno, su cui si applica poi un’altra in legno più leggero, che contiene le figure, che appaiono come un insieme di elementi architettonici, scultorei e decorativi.

E la cartapesta, come si ottiene? Il maestro Pentasuglia svela un piccolo segreto della sua bottega: non con la classica mistura di farina e acqua, troppo “commestibile” anche per i piccoli roditori eventuali, ma con la colla e la carta da parati, come i suoi antenati che lo hanno preceduto iniziarono a usare, avendolo appreso nei loro lavori stagionali meno “artistici”.  Dapprima c’è l’elaborazione del modello in argilla, poi la colata di gesso. Successivamente si sovrappongono strati su strati di carta che vengono poi dipinti e decorati finemente.

La domanda più “personale” fatta al maestro ha riguardato il suo sentimento nel vedere l’opera d’arte così lungamente e faticosamente elaborata, divenuta ormai perfetta, distrutta con furia quando il carro viene “strazzato”, come si dice, dalla folla, che con un rito assolutamente pagano e antichissimo lo distrugge per portarne via un pezzo.

Il Maestro ha però risposto che non è quello (“lo strazzo”) il momento emotivamente più difficile, perché distruggere è indispensabile per costruire, è una metafora del ciclo della vita, oltre ad essere la cifra perfetta di una festa antichissima in cui il profano e il sacro hanno sempre armoniosamente convissuto. In realtà il passaggio più emotivamente delicato appare quando il carro è finalmente terminato, ed esce dopo lunghi mesi dalla Fabbrica del Carro, il laboratorio,e va all’aperto, in città, sotto gli occhi di tutti e alla luce. Un momento fortemente simbolico.

Pentasuglia si è pronunciato anche sulla possibilità della creazione di una “scuola della cartapesta”, più volte ipotizzata e non realizzata, e su cui è in disaccordo, perché afferma che per essere bravi cartapestai occorre saper scolpire, dunque essere bravi scultori, poiché l’anima del lavoro è l’argilla che dà corpo alle figure.

Dalla cartapesta tradizionale del Carro alla cartapesta contemporanea, il racconto è proseguito con le foto della “Battaglia delle arance”, opera dedicata alla prima rivolta dei migranti contro lo sfruttamento, e all’installazione permanente presso l’UNIBAS di Matera dell’opera site specific Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, artista, pittore e scultore italiano, animatore e protagonista della corrente dell’arte povera.

Il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità.

 

Infine, a riprova della sua poliedricità di interessi e di attività, ha rapidamente illustrato con immagini un altro suo importante progetto, sostenuto dall’APT Basilicata: un libro che raccoglie suoi disegni che sono in realtà delle mappe del territorio da lui percorso a piedi per ben 45 giorni nei cinque parchi della Basilicata, Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese , Parco Regionale di Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane, Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, Parco Naturale Regionale del Vulture, con affascinanti illustrazioni della fauna e della flora che vi si ritrovano.

Ha fatto seguito il momento degli omaggi, dei saluti, dei ringraziamenti:

  • l’omaggio della presidente Eleonora Locuratolo a Raffaele Pentasuglia di due libri storici La cucina dei Doria nello Stato di Melfi e Narrativa di quanto occorso e i ringraziamenti al presidente dell’Associazione Luca Calella e all’Associazione “Maria SS. della Bruna” per la gentile concessione  del bellissimo bozzetto del Carro per la realizzazione della locandina e l’articolo con la descrizione dell’evento;
  • l’omaggio di una targa da parte dei soci dell’Associazione al past President, Filippo Martino, un altro segno di stima, considerazione e affetto per chi ha dedicato intelligenza, energie e tempo con grande generosità all’Associazione dei Lucani a Roma per lunghi anni, proprio nello stesso giorno in cui è arrivata la notizia ufficiale del riconoscimento “Lucano Insigne 2021”. A lui vanno i nostri più sinceri complimenti e auguri per un lungo futuro impegno, in altre vesti ma sullo stesso percorso di valorizzazione del nostro territorio, su cui continueremo a incontrarci e a collaborare insieme;
  • l’omaggio di Filippo Martino alla presedente Eleonora Locuratolo di una campanella a segnare, anche simbolicamente, parafrasando il celebre rito, il passaggio tra il presidente uscente e quello entrante.

 

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