L’associazione ha programmato una visita ad uno dei siti più importanti dell’Antica Roma, ma anche della realtà urbana contemporanea perché il Mausoleo di Augusto non è solo un sito di memorie ma anche una struttura architettonica che ha svolto funzioni di servizio in varie epoche. Da ultimo, i lavori di restauro e preservazione del monumento in atto da alcuni anni sono l’occasione per ripensare ancora una volta l’assetto urbanistico dell’area, sia per goderne la dimensione storico-estetica che per migliorare la fruizione sociale dell’area che lo circonda.
I lavori del mausoleo furono avviati da nel 28 a.C. da Ottaviano Augusto dopo la sua vittoria nella battaglia di Anzio del 31 a.C. e la sottomissione di Cleopatra e Marco Antonio, nell’area del Campo Marzio all’epoca non ancora urbanizzato ma già con alcuni sepolcri di uomini illustri.
Lo storico greco Strabone descrisse il monumento come “un grande tumulo presso il fiume su alta base di pietra bianca, coperto sino alla sommità di alberi sempreverdi; sul vertice è il simulacro bronzeo di Augusto e sotto il tumulo sono le sepolture di lui, dei parenti, dietro vi è un grande bosco con mirabili passeggi”.
Il Mausoleo di Augusto con il suo diametro di circa 90 mt. è il più grande sepolcro circolare che si conosca. Secondo varie ricostruzioni, il monumento si componeva di tre strutture circolari sovrapposte, come una sorta di torta di nozze, sulla terza delle quali, a circa 30 mt. di altezza svettava la statua di Augusto in bronzo dorato, probabilmente l’originale della statua in marmo rinvenuta nella villa di Livia a Prima Porta. In prossimità dell’ingresso erano collocate le tavole bronzee con incise le Res Gestae, ovvero l’autobiografia dell’imperatore, il cui testo è trascritto sul muro del vicino Museo dell’Ara Pacis.
Nell’area antistante erano collocati due obelischi di granito, poi riutilizzati uno in piazza dell’Esquilino, alle spalle di S. Maria Maggiore (1587), l’altro nella fontana dei Dioscuri in piazza del Quirinale (1783).
Durante la visita, al piano terra si è seguito il percorso originario che dall’ingresso porta alla cella sepolcrale, di forma circolare, con tre nicchie rettangolari ove erano collocate le urne, tra le quali quella superstite della nicchia di sinistra che ospitava le ceneri di Ottavia, sorella dell’imperatore e di suo figlio Marcello, successore designato di Augusto prematuramente morto nel 23 a.C. Augusto era forse sepolto nell’ambiente ricavato all’interno del nucleo cilindrico centrale.
Nel sepolcro vennero poi deposte le ceneri dei membri della famiglia imperiale, salvo quelle di Nerone escluso dal Mausoleo per indegnità, come già Giulia, la figlia di Augusto.
La visita ai piani superiori consente di capire gli interventi che nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano fecero del Mausoleo una struttura architettonica con funzioni diversi da quelle originarie. Erano strutture in cui si celebrava la vita e non la morte.
Per due secoli, il Mausoleo fu un’arena di manifestazioni, giochi e perfino di corride. Dagli inizi dell’800, fu poi un teatro e dal 1908 ospitò i concerti dell’Accademia Musicale di Santa Cecilia fino al 1936, quando il regime Fascista iniziò i lavori per creare spazio intorno ad alcuni simboli forti della romanità, demolendo le abitazioni che erano state costruite talvolta con la spoliazione ed il riuso delle fondamenta degli edifici della Roma Antica. Una storia nota ma che, nel caso del Mausoleo di Augusto, non è ancora conclusa poiché da ultimo il Comune, dopo aver sistemato l’Ara Pacis nel museo progettato dall’archistar Richard Meier (sostituendo la “teca” di Morpurgo) ha avviato il restauro del Mausoleo e la risistemazione dell’antistante piazza Augusto Imperatore.
Creando così un nuovo spazio per agevolare l’aggregazione, attenuare i disturbi dell’intenso traffico sul lungotevere e per consentire di ammirare da una nuova e migliore prospettiva la stupenda struttura del Mausoleo.