Domenica 14 febbraio
Le visite di luoghi all’aperto per ammirare aspetti della Grande Bellezza di Roma sono tra le poche attività che si possono svolgere in presenza in periodi in cui è indispensabile osservare cautele sanitarie. E la visita al Parco degli Acquedotti è sicuramente una di quelle che si possono svolgere con i distanziamenti necessari, in un pezzo straordinariamente bello di campagna romana.
Il Parco degli Acquedotti è infatti uno dei polmoni verdi del quadrante sud-est di Roma, vero e proprio crocevia della rete idrica dell’antica Roma, facente parte del Parco Regionale suburbano dell’Appia Antica.
Si estende per circa 240 ettari tra il quartiere Appio Claudio, via delle Capannelle e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli. Rappresenta il residuo di un tratto di Agro Romano che originariamente arrivava senza interruzioni fino ai Colli Albani, caratterizzato da vegetazione arborea curata da volontari che si prendono cura del Parco, ne consentono la libera fruizione in sicurezza ed offrono quindi una testimonianza di cittadinanza attiva.
Il nome del parco deriva dagli imponenti resti del sistema di 6 degli 11 acquedotti che resero celebre la città di Roma: Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia, Claudio e Anio Novus (sovrapposti). A questi si aggiunge l’acquedotto Felice (sovrapposto allo Iulia), che fu costruito in epoca rinascimentale dal papato e tutt’ora impiegato per l’irrigazione.
L’acquedotto Felice dà vita ad un laghetto che prosegue con un corso d’acqua ed una cascata che ricalcano l’antica marrana dell’Acqua Mariana.
In passato l’area era nota come Roma Vecchia, dal nome dell’omonimo casale ivi presente. Passeggiando verso il lato nord del parco, è possibile ammirare i resti una delle più estese ville del suburbio dell’Antica Roma, la Villa delle Vignacce.
La zona, destinata a verde pubblico dal piano regolatore del 1965, negli anni settanta fu espropriata e liberata dalle baracche, i cosiddetti “borghetti” che si addossavano all’acquedotto Felice. La Sovrintendenza provvide ai restauri, ma tutto rimase piuttosto abbandonato come i partecipanti hanno potuto vedere nelle foto mostrate dalla nostra Guida.
La visita al Parco, svolta in una mattinata fredda ma piena di sole e di colori, è stata una bellissima esperienza per una molteplicità di motivi: ha offerto altre testimonianze della capacità progettuale e costruttiva della Roma Antica; della complessità logistica di fornire l’acqua ad una metropoli di un milione di abitanti; della maestosità dei manufatti che hanno affascinato i viaggiatori di tutte le epoche e in particolare quelli del Grand Tour.
Tra gli altri Goethe ritratto in un celebre quadro del Tischbein che mostra nello sfondo anche un acquedotto.
Molto bello e stimolante è stato però anche vedere la fruizione del luogo in modo attivo ma prudente, come richiesto dalla pandemia, che ha reso evidente la grande importanza del luogo per i cittadini residenti.