17 novembre 2023, ore 19 – Via Nizza 56 – Roma
Il 19 aprile 2023 è ricorso il centenario della nascita di Rocco Scotellaro, scomparso nel 1953 a trent’anni, e la sua figura è stata celebrata ovunque, da istituzioni, media, associazioni culturali, animatori, e in molte città d’Italia che a vario titolo lo hanno ricordato. La Regione Basilicata ha sostenuto un fitto calendario di eventi; il Ministero dei Beni culturali ha creato un progetto triennale con un Comitato Nazionale di accademici. Anche la nostra Associazione ha voluto organizzare un incontro che ricordi questo singolare intellettuale del Novecento, la cui nascita nella nostra terra non può che renderci orgogliosi, ma che rappresenta anche un patrimonio nazionale.
Scotellaro è stato infatti poeta, politico attivo, ricercatore socio-economico, scrittore, sceneggiatore: appare impossibile che la sua esistenza si sia condensata in appena trent’anni. Le sue poesie sono state definite da Eugenio Montale “fra le più significative del nostro tempo”. Scotellaro è stato anche il politico socialista delle lotte contadine che fu il più giovane sindaco d’Italia, a soli 23 anni, e che per ottenere la costruzione dell’edificio scolastico, dell’ospedale civico e di scuole per adulti progettò e realizzò, con ben settanta anni di anticipo, quella che ora viene chiamata “democrazia partecipata”.
Nato nel 1923 a Tricarico, in una famiglia di artigiani-contadini, riesce a studiare, ma con difficoltà ed emigrando dalla sua terra – come del resto avviene ancora oggi – seguendo anche in parte gli antichi canali formativi dei seminari cattolici, a Sicignano, a Cava de’ Tirreni, Matera, Roma, Potenza, Trento e Tivoli, dove conclude il percorso di studi classici. Ma intanto è scoppiata la guerra, e poi la lotta di liberazione: torna a Tricarico, si mette alla testa di un movimento politico-sindacale per la liberazione delle terre, contribuisce alla nascita del movimento antifascista meridionale, si iscrive al Comitato di Liberazione Nazionale, ma mai lasciando la scrittura (Hanno pittato la luna sui nostri muri scalcinati! /I padroni hanno dato da mangiare/quel giorno si era tutti fratelli /come nelle feste dei santi/abbiamo avuto il fuoco e la banda)
Nel 1946 questo giovane appassionato di ventitré anni diventa sindaco e nello stesso anno incontrerà per la prima volta Manlio Rossi Doria, e Carlo Levi, che tanta importanza avranno nella sua breve vita e nella sua evoluzione successiva.
Fu una stagione esaltante: nella Basilicata dell’epoca, caratterizzata da una enorme povertà, furono istituite le “Consulte locali”, dove tutti, contadini compresi, potevano esprimere la propria opinione. Scotellaro sperimenta così – modernissimo – la partecipazione dei cittadini alla soluzione dei problemi, appunto una forma di “democrazia partecipata” ante litteram.
In quegli anni nascerà il Piano De Gasperi per l’evacuazione dei Sassi di Matera, e arriveranno le spedizioni etnografiche di Ernesto De Martino, le ricerche dei gruppi di studio americani di Peck e Friedmann sulle comunità, le ricerche urbanistiche di Ludovico Quaroni e Adriano Olivetti, le indagini fotografiche di Henri Cartier Bresson.
Scotellaro di tutto questo partecipa ed è al centro, e sono anni di attività densa, febbrile. Scuole, ospedali, strade, partecipazione popolare alla vita politica del paese: nasce una nuova coscienza politica. Nel 1948 il sindaco – poeta viene rieletto, un poeta che allontana da sé ogni idealismo letterario (io non ti voglio dire/quante strade odorose ho da fuggire…) per farsi strumento di azione politica.
Ma nel 1950 il percorso si interrompe brutalmente, per le denunce anonime dei suoi avversari politici, che con false accuse lo portano in carcere per 45 giorni. Il tribunale lo assolve poi con formula piena per l’infondatezza delle menzogne, ma Rocco abbandona l’attività politica: l’esperienza della galera era stata devastante. Di questa però a noi rimane una sua bellissima memoria, L’uva puttanella, pubblicata postuma da Laterza, che è quasi un romanzo, come egli forse avrebbe voluto venisse letto. Scotellaro e il suo paese sono “l’uva puttanella”, sono gli acini piccoli, gli apireni messi nella tina del mosto il giorno della vendemmia insieme con quelli belli, grossi e succosi: anche loro fanno parte della “vendemmia della storia”.
Uscito dal carcere, incontra la figlia del martire antifascista Carlo Rosselli, la poetessa Amelia, con cui avrà un intenso e profondo legame, e poi si trasferisce a Portici presso l’Osservatorio di Economia e Politica Agraria, sotto la protezione di Manlio Rossi- Doria che lo dirigeva.
Per Scotellaro questo significa continuare l’attività politica per il meridione con altri strumenti: Rossi-Doria e il suo gruppo sono stati gli studiosi-ricercatori che più di chiunque altro hanno agito per accogliere la qualità della tradizione anglosassone della “ricerca partecipata “applicata al Mezzogiorno. E proprio su questo periodo il contributo di Giampaolo D’Andrea si soffermerà nel nostro incontro: un periodo ancora poco relativamente esplorato e meno considerato nelle tante rievocazioni del centenario.
Scotellaro partecipò infatti alla stesura del Piano regionale di sviluppo per la Basilicata commissionato dalla Svimez, oltre a un’inchiesta (Contadini del Sud) anch’essa poi uscita postuma, sulla cultura e le condizioni di vita delle popolazioni del Meridione per conto della Laterza, che puntava sulla novità della “sociologia rurale”, che Rocco aveva già frequentato con la vicinanza a Peck e Friedmann a Tricarico.
Nel grande movimento intellettuale avido di conoscere e intervenire sulla realtà di un Paese che era stato chiuso in sé, dal fascismo e poi dalla guerra, la figura di Scotellaro è esemplare, tra quelle dei “maestri” dell’emancipazione meridionalista, e rende questa figura sempre attuale: di tutto questo si parlerà nell’incontro in Associazione.
Immagini tratte dal libro: C. Biscaglia (a cura di), Album di famiglia di Rocco Scotellaro, con uno scritto di Francesco Faeta, Foggia, Grenzi, 2019.
Programma:
Saluti: Eleonora Locuratolo, presidente Associazione dei Lucani a Roma
Introduzione: Giancarla Babino, componente Consiglio Direttivo
Relatore: GIAMPAOLO D’ANDREA, presidente onorario
Letture: Rocco Ditella, componente Consiglio Direttivo
Domande del Pubblico
Conclusioni e Ringraziamenti
Al termine Cena (facoltativa) al vicino ristorante RIVER